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TARDIVO ACCERTAMENTO DI PATOLOGIA ONCOLOGICA IN ATTO

Il Sig. XX, di anni 29, a causa di una intervenuta tumefazione del testicolo sinistro, non dolente, consultava proprio medico di medicina generale il quale, dopo avere visitato il paziente, prescriveva massiccia terapia antibiotica.

Prescriveva altresì accertamento ecografico al quale il paziente si sottoponeva in regime di solvenza.

In detta sede il medico urologo congedava il paziente non sapendo interpretare correttamente le evidenze diagnostiche, di scolastica valutazione e compatibili con patologia oncologica testicolare.

Il Sig. XX tornava presso lo studio di proprio MMG con il referto ecografico ed Egli confermava la terapia antibiotica precedentemente prescritta.

Accertava altresì la riduzione delle dimensioni testicolari, quindi convincendosi della bontà della prescrizione e dei dosaggi assunti dal paziente.

Sbagliava tuttavia ad interpretare le ragioni della riduzione del testicolo dovute non alla efficacia della terapia bensì al fatto che la patologia oncologica si era spostata nelle viscere, verso le parti molli, con direzione cervello.

Posta la riduzione testicolare e le reiterate rassicurazioni dei sanitari il Sig. XX faceva graduale ritorno alla propria quotidianità.

Dopo circa 7 (sette) mesi iniziava però a lamentare dolori lombari diffusi apparentemente immotivati, fortissimi dolori alla testa, febbre ed astenia severa.

Ormai a distanza di un anno  dalla visita presso proprio curante e dalla espletata ecografia si manifestavano episodi di vomito e di perdita dell’equilibrio, con severa perdita di peso.

Veniva trasportato presso  il PS del nosocomio locale laddove i sanitari riscontravano quadro clinico seriamente compromesso, patologia oncologica sviluppatasi dal testicolo con metastasi polmonari ed encefaliche.

Il paziente veniva trattenuto per malattia metastatica a prognosi sfavorevole, con conseguente necessità di cicli invasi e prolungati di terapia cortisonica, chemioterapica e radioterapica.

Il ritardo diagnostico aveva frattanto comportato per il paziente criticità severa all’apparato uditivo, acufene, grave follicolite al dorso ed impotenza generandi.

Si rendeva infine necessario complesso intervento chirurgico di linfoadenectomia retroperitoneale finalizzato a scongiurare il decesso del giovane.

Formalizzata richiesta di rimborso per un valore di complessive Euro 758,00.